Sirmione

Sirmione (Sirmiù in dialetto bresciano[2]) è un comune della provincia di Brescia, il cui centro storico sorge su una penisola che divide il basso Lago di Garda. Sirmione è una cittadina a forte vocazione turistica: le notevoli vestigia romane e medioevali rappresentano un'importante meta del turismo culturale.

Storia
Antico insediamento umano, con tracce di antropizzazione risalenti fino al neolitico (V millennio a.C.), è diventato centro urbano rilevante in epoca romana (I sec. a.C.). Sirmione era uno dei centri lacustri attraversati dalla via Gallica e vi sorgeva la Sermione Mansio menzionata nell'Itinerarium Antonini. Secondo un'ipotesi (una delle tante sulle stazioni di sosta dell'antica strada romana), tale mansio non solo corrisponderebbe a una notissima trattoria del luogo, documentata come "Osteria" o "Bettola" fin dal XV secolo, ma addirittura coinciderebbe con la Mansio ad Flexum riportata nell'Itinerarium Burdigalense. A fondamento di tale ipotesi si adduce il fatto che le distanze fra Brescia, Verona e la Sermione Mansio riportate sull'Itinerarium Antonini in miglia romane coincidano con l'effettiva distanza dei due capoluoghi con la località gardesana. Ad avvalorare l'ipotesi contribuirebbero anche alcuni ritrovamenti archeologici, come un probabile tratto di strada emerso in occasione di alcuni sbancamenti, e un porto artificiale romano individuato a poca profondità nel lago. Tutti elementi che indicherebbero una certa importanza del luogo nella viabilità antica[3].

A partire dal V sec. d.C. diviene area fortificata e di controllo dei commerci tra Verona e Brescia. Nel corso del tardo Medioevo, sotto il dominio di Verona, divenne un'importante piazzaforte scaligera, soprattutto per la sua posizione strategica e la facile difendibilità. A questo periodo risale la costruzione del Castello Scaligero, edificato tra il 1277 e il 1278, nel punto più stretto della penisola, immediatamente prima dell'allargamento del promontorio.

La conquista scaligera di Sirmione avvenuta nel 1273 si era conclusa con la condanna al rogo dei suoi abitanti (all'incirca 200), una delle esecuzioni di massa più atroci della Storia italiana. Si trattava difatti di una comunità aderente all'eresia catara e gli Scaligeri per fare cosa gradita al Papato, la consegnò al Tribunale dell'inquisizione di Viterbo, che accertatane l'opzione religiosa emise la sua orribile condanna, non risparmiando né donne, né bambini.

Nel 1405 la cittadina di Sirmione, passò sotto il controllo della repubblica di Venezia.




Grotte di Catullo
All'interno del comune di Sirmione, sulla punta del promontorio della penisola, si ritrova la più ampia ed importante villa signorile romana dell'Italia Settentrionale, detta le "Grotte di Catullo", edificata tra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C. La grande abitazione è così chiamata perché il veneziano Marin Sanudo (1466-1536), visitando Sirmione, la ritenne, romanticamente ma erroneamente, la dimora sirmionese del poeta latino Catullo. In realtà il poeta possedeva certamente una casa a Sirmione, ma non vi sono fonti che specifichino ove fosse situata. Estesa su un'area di quasi 2 ettari, con imponenti fondazioni scavate nella roccia del promontorio, l'enorme costruzione su tre livelli è andata in parziale rovina fin dal III sec. d.C.